Descrizione
Questo lavoro nasce dalla passione per la musica popolare di un gruppo di amici innamorato dei brani della tradizione musicale alpina. L’idea è quella di raccogliere e riproporre alcuni brani dal repertorio occitano e francese dell’Alta Valle della Dora che copre parte del territorio dell’Alta Valle di Susa, tra Chiomonte e il confine con la Francia. La maggior parte dei brani tradizionali qui presentati è stata raccolta da Renato Sibille, ricercatore altovalsusino, che, tra il 1986 e il 2015, ha annotato e registrato testimonianze dalle voci dirette dei parlanti la lingua occitana nelle diverse varianti locali, mentre alcuni brani sono riproposti, in arrangiamento per gruppo, grazie al ritrovamento di alcuni spartiti ottocenteschi della Banda Musicale di Salbertrand.
Daniele Tron, analizzando Il patrimonio etnofonico vocale delle Valli Valdesi (in «Collana della Società di Studi Valdesi», n. 28, Claudiana, Torino 2009, pp. 333-340) rileva, per quanto riguarda la vicina vallata: «In diverse canzoni la melodia deriva manifestamente da antiche marce militari; rari i casi di motivi musicali che si possono ritenere appositamente creati dall’autore dei versi; generalmente si tratta di melodie preesistenti adottate o adattate; talvolta su una stessa melodia si eseguono canzoni del tutto diverse (e questo è generalmente indice dell’origine locale del testo poetico)». Tale analisi è applicabile anche al repertorio musicale e vocale dell’Alta Valle della Dora come è possibile rilevare dai brani Par bian dansâ, Courentë ‘d Bardounèicë e Anin a Ciabartoun proposti in questo lavoro.
Alcuni canti popolari rappresentano un repertorio particolare che, continua Tron, «li distingue nettamente, anche dal lato musicale oltre a quello linguistico, da quelli del resto del Piemonte e dell’Italia Settentrionale, e li accosta invece a quelli francesi, con i quali molti di loro hanno comunanza di origine», in particolare di area occitana per comune appartenenza culturale e linguistica; è il caso, per l’Alta Valle della Dora, del Chant de Réveillez, della Complainte di Rochemolles e di quella de Le vrai portrait du Juif Errant. «Non mancano casi di vera e propria importazione, non si deve parlare di semplice introduzione, ma piuttosto di diffusione al di qua della frontiera, tant’è vero che esse presentano varianti e talvolta adattamenti che dimostrano una specifica assimilazione ed elaborazione», come per A la meizoun de la paoura gen, Mountava la marmitta e Par bian dansâ nel territorio occitano altovalsusino.
Non altrettanto si può dire invece delle canzoni satiriche, rare nelle Valli Valdesi, che sono ben presenti in Alta Dora come nel caso di Mařiettä, Finä e Spiřitinä, A la meizoun de la paoura gen, Mountava la marmitta – A la moddë d’Archamoura e di altre canzoni reperite sul territorio e riportate in Virà Virandôlë (Musiche e canti della tradizione occitana dell’Alta Valle di Susa, Atti del Convegno di Salbertrand del 3 dicembre 2011, a cura di R. Micali e R. Sibille, Baima – Ronchetti, Castellamonte, 2011).
L’importazione di melodie e musiche da ballo del repertorio piemontese, anche se talvolta arrangiate dai suonatori locali, è avvenuta nel corso dell’Ottocento e dei primi decenni del Novecento ad opera delle bande musicali e, più nello specifico, ad opera dei primi maestri di banda nonché degli spartiti disponibili provenienti dalla Bassa Valle di Susa o dalla pianura, come nel caso delle monferrine e delle corrente piemontesi, dei valzer e delle polke che in questo lavoro sono rappresentati da Monferrina, Correnta piemontese, Correnta e Polka aosa Ninetta; ma lo stesso discorso vale per la Courentë ‘d Bardounèicë e per Jozè amoun a l’Arbiréio dove il testo in lingua locale si adatta a motivi di importazione del repertorio piemontese.
La grafia in cui sono riportati i testi in lingua occitana è quella dell’Escolo dou Po (o Genre) con alcune differenze, in particolare utilizziamo ch in luogo di sh e j in luogo di zh, poiché sentite maggiormente come proprie dai parlanti locali.
Renato Sibille