Descrizione
Questa pubblicazione ha preso il via come naturale continuazione delle attività della Cor6rchestra del Piemonte che da sempre è stata impegnata nell’affrontare diversi repertori del mondo. Già nella prima pubblicazione, a fianco a brani bretoni, dell’India del Nord e del Burkina Faso, vi era stato un brano di area franco-piemon tese grazie alla preziosa collaborazione di Dino Tron. Terminata questa prima espe rienza discografica la volontà di approfon dire i repertori più vicini e, in alcuni casi, di diretta pertinenza ai giovani della Cor6rchestra ha fatto pensare all’arco alpino occidentale. La scelta è stata quella di costruire un percorso formativo artico lato in cui si potesse dare ampia consape volezza delle culture presenti in Piemonte e Valle d’Aosta attraverso la sperimenta zione di brani, un ciclo di seminari a tema, incontri con portatori viventi delle culture orali nonché esperienze di ricerca sul campo. Questa nuova progettazione è stata sottoposta alla Regione Piemonte che l’ha accolta, ed alla quale va il nostro più sentito ringraziamento, e così sin dalla fine del 2006 hanno preso il via le attività. La gestione di questa prima fase è stata complessa anche perché i cambi rispetto alla formazione originaria, molti giovani avevano intrapreso percorsi professionali tanto nell’ambito musicale quanto in altri settori, ha reso necessario un periodo di adattamento dei nuovi membri.
Unitamente a questi cambiamenti, alle figure storiche dell’equipe di progetto, come quelle di Marco Giaccaria e Sergio Pugnalin, si è aggiunta Elisabetta Bigo che è venuta a sostituire Miriam Mazzoni come responsabile del coro e nella programma zione culturale.
Una pubblicazione originale
Questa pubblicazione riunisce in se non solamente le registrazioni di un organico giovanile con composizioni ispirate alle musiche dell’arco alpino, ma presenta tutti gli aspetti del percorso che hanno permesso di giungere ad una conoscenza di questi repertori. La scelta del titolo è nata per ricordare la capacità delle aree che sono rimaste più isolate di mantenere alcuni aspetti della tradizione, ma anche per rendere omaggio a coloro che sono stati e sono i portatori viventi delle culture orali, vere e proprie isole in cui approdare per ritrovare la memoria. Un capitolo è stato, infatti, interamente dedicato alla presentazione dei brani che sono stati spunto per i compositori e le ultime tracce riportano i documenti sonori originali raccolti durante le ricerche sul campo tra il 1970 e il 1990 in Val Susa e nel Canavese. Non sarò mai abbastanza grato ad Amerigo Vigliermo ed al Centro Etnologico Canavesano per averci permesso di ripresentare la registrazione di Battista Goglio e per aver dedicato del tempo ripercorrendo la figura di questo informatore. Ugualmente sento di dover ringraziare Renato Sibille per averci concesso di pubblicare il documento sonoro di Cecilia Masset mettendo a fuoco, con un suo intervento, la musicalità dell’Alta Val Susa. A tutti, compositori, artisti, ricercatori, all’equipe e a tutta la Cor6rchestra va il mio più sentito ringra ziamento per aver condiviso questo percorso che, ritengo, rappresenti ancora un unicum nel panorama nazionale.
Claudio Dina Direttore Artistico e Musicale
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