Descrizione
Autori: Arrigo Casalini, Laura De Bortoli, Gabriella Geddo, Giancarlo Loffarelli, Antonietta Lombardozzi, Anna Maccario, Pierpaolo Rovero, Francesco Rodolfo Russo. A cura di Francesco Rodolfo Russo
Il colpevole è Maigret ruota intorno a un copione che sembra collegare vicende distanti una quindicina d’anni: la sparizione di due donne. Cronologicamente la prima svanisce da una villa di Bordighera mentre la seconda dalla Facoltà di Architettura dell’Università di Torino. Quest’ultima scomparsa dà l’avvio alla storia sviluppata da un narratore, che concepisce i personaggi e suggerisce la traccia, e da sette interpreti che, alternandosi nei capitoli, raccontano soggettivamente la porzione di verità di cui sono in possesso. I sette protagonisti sono impersonati da altrettanti autori che nella realtà possiedono competenze analoghe a quelle dei personaggi del romanzo.
In questo modo, narratore e interpreti costruiscono un originale romanzo a più mani che, fra indizi e colpi di scena, va oltre il genere letterario del “giallo”, pur giocando con esso.
Francesco Rodolfo Russo d’origine leccese, vive a Torino da circa trent’anni. È conferenziere, organizzatore e animatore culturale. Ha collaborato con diverse case editrici e, per una decina d’anni, ha diretto «L’Agrifoglio», collana di narrativa per la scuola. Scrive su periodici e settimanali e alcune sue opere letterarie sono riportate su giornali e antologie, adattate per recital e rappresentate sulla scena.
È autore di manuali scolastici, libri di poesia e narrativa. Dei ventuno libri editi ricordiamo: Alle Vostre Eminenze (1980), Maschere (1987),Play Book (1989), Prima di Sìloe (1990), Secondo Noi… (1992), Il regno delle scale (1996), Ombra Passeggera – Il lupo, Pinocchio e Gaalad (1997), Margherita è anche un fiore (2002), La mansio di Glesia (2004), Prima di entrare eri già qui (2
Pitotti Claudia –
Nell’ultima fatica di Francesco Rodolfo Russo Il colpevole è Maigret uno dei personaggi sostiene: “In questa vicenda tutti parlano poco. Nascondono qualcosa”. L’affermazione ben riassume lo spirito del romanzo: sapiente nella costruzione della trama e dei misteri che terranno inchiodati i lettori fino all’ultima pagina. Un romanzo assai innovativo, soprattutto perché scritto a più mani. Proprio così! In questa nuova ed ennesima avventura, Russo non è solo. In qualità di Narratore principale e sapiente armonizzatore del tutto, egli dà vita a una struttura narrativa che si sviluppa con la collaborazione di altri sette autori (Giancarlo Loffarelli, Arrigo Casalini, Laura De Bortoli, Gabriella Geddo, Antonietta Lombardozzi, Anna Maccario e Pierpaolo Rovero) che nella vicenda del romanzo svolgono un lavoro affine ai personaggi che interpretano.
Come afferma lo stesso Russo nella Nota introduttiva, a un progetto narrativo principale, si sono sommati, di volta in volta, l’immaginazione e i nuovi spunti offerti dai vari autori che hanno, tra l’altro, lavorato per parecchio tempo all’insaputa del finale prospettato dal curatore Russo, la cui azione, leggiamo ancora nella Nota, è stata assai impegnativa, proprio per lo sforzo di “armonizzare le parti”. Quest’ingegnosa e creativa formula di lavoro è, dunque, alla base de Il colpevole è Maigret, che pertanto può essere considerato a buon diritto un interessante prodotto letterario anche per l’avvincente storia che narra: una frenetica caccia al colpevole per risolvere la misteriosa scomparsa di una professoressa universitaria, la cui vicenda richiama alla mente dei personaggi un simile caso avvenuto quindici anni prima in una villa. In quella circostanza, infatti, durante una festa scomparve una giovane, mentre gli altri partecipanti si divertivano a indagare sulla fittizia sparizione di una persona, interpretando personaggi famosi della letteratura gialla. Si tratta del “party con delitto” di Bordighera, che ricorrerà frequentemente e quasi ossessivamente durante tutto il romanzo. I protagonisti, pertanto, saranno impegnati a sciogliere un enigma foriero di numerose disavventure e indizi depistanti, quesiti lasciati a lungo senza risposta e perplessità da fugare. Un misterioso copione teatrale, «La cantina», pare, inoltre, essere il comune denominatore delle due sparizioni, ma toccherà ai protagonisti capire se è veramente quello il fulcro attorno al quale passato e presente si saldano insieme.
Il lavoro a più mani registra un successo anche a livello stilistico: nella porzione di storia affidata a ciascuno, infatti, ogni singolo autore rivela il proprio stile e offre una variegata e dinamica veduta della vicenda che sta vivendo. Quest’ultimo è del resto un altro dichiarato (se non proprio il principale) obiettivo che Russo e gli altri autori si sono prefissati, così come possiamo leggere, ancora una volta, nella Nota introduttiva.
È rilevante ricordare anche l’apporto tecnico alla storia da parte degli autori che sono rimasti maggiormente agganciati alla loro vita reale. Ecco allora, per esempio, le pagine scritte dall’investigatrice della polizia scientifica impreziosirsi di interessanti dettagli tecnici, noti a chi è del mestiere e avvincenti per il lettore che se li vede proporre per la priva volta e che si sente talmente coinvolto dalle progressive scoperte della dottoressa Leccese tanto da immaginare di trovarsi in quel laboratorio davanti a lei e alla sua equipe, mentre analizzano i reperti sottratti alla scena del crimine.
Di capitolo in capitolo, di veduta in veduta, la storia avanza fino ad arrivare alle ultime incalzanti battute con cui, quasi come in un concitato diverbio teatrale, si giunge all’epilogo: inesorabile momento in cui i personaggi gettano la maschera e il lettore comprende finalmente il significato di Maigret e della sua colpevolezza.
Claudia Pitotti, «Il Corriere del Sud», n. 37, 31 ottobre 2008
Savio Piera –
Un libro, metà romanzo, metà giallo scritto da otto autori
«Il colpevole è Maigret» è sicuramente un libro originale. Quasi un esperimento. Intanto una particolarità: è scritto a più mani, ma solo il narratore, ovvero il curatore del lavoro Francesco Rodolfo Russo – che ha già editato diversi libri – conosce il finale della vicenda. Gli altri autori invece contribuiscono alla storia dando una certa soggettività ai protagonisti senza però conoscere la trama. Gli scrittori coinvolti in questo lavoro sono: Arrigo Casalini, Laura De Bortoli, Gabriella Geddo, Giancarlo Loffarelli, Antonietta Lombardozzi, Anna Maccario e Pierpaolo Rovero.
La storia, come si legge nella prefazione, ruota attorno a un copione che sembra collegare due vicende temporalmente distanti fra loro. Una quindicina d’anni. Al centro la sparizione di due donne. In ordine temporale la prima svanisce da una villa di Bordighera, mentre la seconda dalla facoltà di Architettura dell’Università di Torino.
Quest’ultima scomparsa dà l’avvio alla storia che come già scritto si sviluppa attorno a un narratore, che concepisce i suoi personaggi e suggerisce il canovaccio. Fanno da corollario i sette interpreti che, alternandosi nei capitoli, raccontano soggettivamente la porzione di verità di cui sono in possesso. Va detto che i sette protagonisti sono impersonati da altrettanti autori che nella realtà possiedono competenze analoghe a quelle dei personaggi del racconto.
Il romanzo, contraddistinto da questi continui cambi di penna – che coincidono con altrettanti cambi di scena – procede coinvolgendo il lettore anzi addirittura avvolgendolo. Fra indizi e colpi scena il «giallo» supera se stesso per diventare romanzo.
Spiega il curatore Francesco Rodolfo Russo nella nota introduttiva: «L’azione del curatore è stata impegnativa poiché, oltre a intervenire come narratore e a tirare le fila della storia ha dovuto armonizzare le parti che, almeno per i primi capitoli, in alcuni casi sviluppati con una serie di istantanee seppiate o a colori, sono state scritte da ciascun interprete senza avere conoscenza di quanti altri stava progettando. A questo proposito è opportuno sottolineare che alcuni, riferendosi agli schemi del giallo, hanno offerto nuovi spunti alla trama, mentre qualcun altro, mediante il racconto della realtà soggettiva, ha preferito impreziosire il testo con riflessioni, sensazioni, sentimenti e stati d’animo.
Ci pare che, grazie a questa commistione di indizi investigativi, meditazioni, percezioni, moti interiori e condizioni di spirito e umore, il romanzo abbia assunto caratteristiche non soltanto di tipo poliziesco. Per noi narrare questa storia è stata anche occasione di divertimento; speriamo di intrattenere piacevolmente il lettore».
Una nota finale: più che apprezzabili i disegni di Pierpaolo Rovero che arricchiscono ulteriormente questo romanzo originale come dicevamo in tutto. Un libro da leggere e da gustare in ogni sua riga apprezzando la bravura degli otto scrittori che hanno contribuito alla sua confezione.
Piera Savio «la Nuova Periferia», 28 maggio 2008
Adnk (Cul) –
ADNK (CUL) – 18/08/2008 – 17.08.00
LIBRI: «IL COLPEVOLE È MAIGRET», A TORINO OTTO AUTORI PER UN DELITTO
«IL COLPEVOLE È MAIGRET, A TORINO OTTO AUTORI PER UN DELITTO = OGNI SCRITTORE HA ‘INTERPRETATO’ UN PERSONAGGIO CHE GLI SOMIGLIA Torino, 18 ago. – (Adnkronos)- Una villa sulla riviera ligure dove una misteriosa ragazza svanisce nel nulla durante una “serata con delitto” fra ricchi annoiati. Una docente universitaria che scompare da Torino poco prima di un incontro per la messa in scena un testo basato proprio sui fatti di quella sera di 15 anni prima nella casa a picco sul mare. Due episodi distanti nel tempo e nello spazio ma che forse hanno in comune fra loro la chiave di un enigma che si svolge all’ombra della Mole sotto le feste natalizie: è l’enigma intorno cui gira «Il colpevole è Maigret», interessante romanzo giallo scritto a 16 mani. Gli autori del libro sono infatti otto e ciascuno di loro, a parte il narratore, ha ‘interpretato’ un personaggio che corrisponde a quello che l’autore è nella realtà. E così, se il personaggio della cronista di nera che indaga a caccia di scoop è stato scritto da una vera giornalista, Laura De Bortoli, la poliziotta della scientifica vive nelle pagine del libro grazie a Antonietta Lombardozzi, responsabile dell’area laboratori di indagini tecniche presso il gabinetto interregionale polizia scientifica Piemonte e Valle d’Aosta. E lo stesso vale per l’imprenditore Gino Fiore, che nasce invece dalla penna dell’imprenditore tessile Arrigo Casalini, per il personaggio della scrittrice di gialli cui ha dato vita Gabriella Geddo, insegnante di lettere nonché autrice di racconti e del romanzo «In punta di zampe», e per Giancarlo Loffarelli, autore e regista teatrale che ha scritto il personaggio del regista chiamato dalla docente scomparsa per mettere in scena il suo lavoro. L’architetto Anna Maccario, invece, oltre a far parte della redazione della casa editrice Giancarlo Zedde, l’editore di questo romanzo, ha ‘interpetato’ nelle sue pagine la storica dell’arte Elena Ghibaudo, mentre Pierpaolo Rovero ha messo la sua esperienza di fumettista, illustratore e sceneggiatore non solo nel personaggio di Giorgio Lanza, autore di letteratura disegnata, ma anche nelle illustrazioni che aprono il libro. A legare tutti i personaggi e a tenere il filo della vicenda è il narratore, Francesco Rodolfo Russo, direttore editoriale della ‘Giancarlo Zedde’, scrittore, poeta e animatore culturale. ”A parte il narratore – si legge nella presentazione del volume – gli altri scrittori, partecipando alla stesura del libro senza sapere il finale della vicenda, hanno arricchito la storia con la ‘soggettiva’ di alcuni protagonisti. L’azione del curatore è stata impegnativa poiché, oltre a intervenire come narratore e a tirare le fila dell’intreccio, ha dovuto armonizzare le parti che, almeno per i primi capitoli, in alcuni casi sviluppati con una serie di istantanee seppiate o a colori, sono state scritte da ciascun interprete senza avere conoscenza di quanto altri stava progettando”. E siccome da cosa nasce cosa ”alcuni degli autori, riferendosi agli schemi del ‘giallo’, hanno offerto nuovi spunti alla trama, mentre qualcun altro, mediante il racconto della realtà soggettiva, ha preferito impreziosire il testo con riflessioni, sensazioni, sentimenti e stati d’animo e grazie a questa commistione di indizi investigativi, meditazioni, percezioni, moti interiori e condizioni di spirito e umore, il romanzo ha assunto caratteristiche non soltanto di tipo poliziesco” (Ato/Col/Adnkronos) 18-AGO-08 17:08 NNNN