Descrizione
Il Doppio quintetto per archi e fiati (con l’aggiunta di arpa e pianoforte), composto nel 1921, è duplicemente rappresentativo dell’evoluzione della carriera e dell’arte di Giorgio Federico Ghedini: sul versante biografico, l’opera può essere assunta a spartiacque fra la fase di apprendistato (di gavetta, per meglio dire) e l’ingresso a pieno titolo, sulle soglie dei trent’anni, nell’ufficialità della vita musicale torinese; sul lato artistico il Doppio quintetto, alla stregua di una cartina al tornasole, ci svela quali istanze stilistiche si agitassero nel laboratorio del compositore.
Gli anni dell’immediato dopoguerra segnarono l’avvio dell’attività didattica di Ghedini, che nel 1918 venne chiamato ad insegnare presso la Scuola Popolare di Canto corale della municipalità torinese. In precedenza, cioè negli otto anni successivi al conseguimento del diploma in composizione presso il Liceo musicale di Bologna, l’attività del giovane musicista si era caratterizzata per un’intensa attività direttoriale espletata nel circuito dei cosiddetti ‘teatri di provincia’, che lo impose rapidamente all’attenzione dell’ambiente musicale torinese e gli valse la chiamata al Teatro Regio in qualità di maestro sostituto.
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